Questo farmaco usato da milioni fa invecchiare più velocemente: scopri di quale si tratta!

Alcuni farmaci, pur risultando validi ed efficaci nel trattamento delle specifiche malattie per cui sono formulati, possono avere effetti collaterali indesiderati come un’accelerazione dei processi di invecchiamento. E’ essenziale che i pazienti siano informati e consapevoli di questi effetti per valutare, assieme ai medici, il rapporto rischi e benefici.

Farmaci che fanno invecchiare più velocemente

I farmaci antiretrovirali, comunemente utilizzati nel trattamento dell’infezione da HIV, hanno permesso una migliore gestione della malattia rendendola da una condizione acuta a una cronica. Tuttavia, alcuni farmaci compresi in questa categoria sono stati associati a diversi effetti collaterali che possono accelerare l’invecchiamento cellulare e cutaneo in particolare.

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Alcuni studi hanno evidenziato che un uso prolungato di alcuni farmaci antiretrovirali possono causare tossicità a livello mitocondriale con un conseguente aumento dello stress ossidativo e dei danni cellulari. Tale effetto può manifestarsi con sintomi tipici dell’invecchiamento precoce come la perdita di massa muscolare e l’insorgenza di malattie metaboliche.

Tuttavia, è importante notare che non tutti i pazienti con HIV che assumono alcuni di questi farmaci antiretrovirali presentano tali sintomi riconducibili a processi di invecchiamento precoce e quindi la scelta del trattamento terapeutico può e deve essere personalizzata tenendo conto delle condizioni cliniche individuali e dei potenziali effetti collaterali dei farmaci.

L’invecchiamento come declino cognitivo

Un’altra classe di farmaci che possono accelerare i processi di invecchiamento sono le benzodiazepine, comunemente utilizzate come trattamento per la depressione, ansia, insonnia e altri disturbi neurologici. Tuttavia, l’uso prolungato di questi farmaci può essere associato a un maggior rischio di declino cognitivo precoce oppure demenza negli anziani.

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Uno studio clinico condotto dall’Università di Montreal ha messo in rilievo come l’assunzione di benzodiazepine per un periodo prolungato oltre i tre mesi aumenti il rischio, anche del 50% di sviluppare la malattia di Alzheimer. Questo rischio aumenta con l’esposizione e l’uso di benzodiazepine a lunga durata di azione.

Questi dati, dunque, aprono nuove prospettive e, soprattutto, suggeriscono la necessità di usare in modo prudente e con durata ristretta le benzodiazepine, soprattutto nei soggetti anziani e l’importanza di monitorare on modo attento i pazienti in lungo trattamento con questo tipo di farmaci per il rischio di insorgenza di Alzheimer.

Come gestire i trattamenti

La prescrizione di farmaci che sono potenzialmente connessi a sintomi di accelerazione dell’ invecchiamento o di invecchiamento precoce richiede una valutazione attenta al rapporto rischi e benefici. E’ importante che i medici informino adeguatamente i pazienti su tale effetti collaterali e che controllino lo stato di salute individuale durante il trattamento.

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Per i pazienti in trattamento con i farmaci antiretrovirali è essenziale l’adozione di uno stile di vita sano che includa una dieta equilibrata e un’attività fisica regolare per alleviare gli effetti collaterali e promuovere il benessere generale. Allo stesso modo, anche coloro che assumono benzodiazepine è consigliabile valutare alternative farmacologiche quando è possibile.

Sebbene tutti questi farmaci siano spesso indispensabili per il trattamento e la gestione di patologie croniche e debilitanti è essenziale che la loro somministrazione avvenga sotto stretto controllo medico con un’attenta valutazione tra i rischi e i benefici in base alle caratteristiche cliniche e individuali di ciascun paziente e di ricorrere ad alternative se possibile.

Come si manifesta l’invecchiamento precoce

L’invecchiamento accelerato da farmaci può manifestarsi in diversi modi a seconda dell’apparato corporeo coinvolto e della durata dell’esposizione. A livello cellulari, i danni causati da certi farmaci nei processi mitocondriali determinano un aumento dello stress ossidativo, un aumento della senescenza dei tessuti e una diminuzione della capacità rigenerativa dei tessuti.

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A livello cutaneo, l’invecchiamento precoce si manifesta con perdita di tono e di elasticità, comparsa precoce di rughe profonde, assottigliamento della pelle e cambiamenti visivi perché la pelle appare più spenta e irregolare. Tutto ciò è causato dalla degenerazione delle fibre del collagene e dell’elastina e da un ridotto apporto di nutrienti e ossigenazione.

Altri segnali li abbiamo a livello del sistema muscolo-scheletrico poiché il danno mitocondriale porta a una perdita precoce della massa muscolare e della densità ossea. Ciò si traduce in una maggiore fragilità e ridotta forza fisica con conseguente aumento del rischio di cadute e di fratture, compromettendo la mobilità e la qualità di vita del paziente.

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