Denti nuovi anche da adulti? Ecco la scoperta che cambierà tutto

In una fase che va dai 5 anni a salire, più o meno fino ai 10 anni, i bambini sono protagonisti di una fase importante della loro vita: il cambio dei denti da lette con quelli definitivi. Un passaggio che segna sicuramente in modo fondamentale anche il loro modo di approcciarsi alla pulizia orale, ma che sembrerebbe avere un impatto anche per quello che sarà il futuro.

Il passaggio dai denti da latte a quelli definitivi

Ci sono bimbi che nascono con i denti. E’ una cosa stupefacente, ma chi ha figli sicuramente ne avrà sentito parlare. Sono denti che cadono quasi subito, ma segnano un percorso nella vita del bambino. La scoperta poi del primo dentino che spunta in bocca al proprio figlio è qualcosa di stupefacente.

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La natura ci mette in bocca un potenziale aiuto che spesso non consideriamo come tale, ma se ci pensi bene i denti sono il primo passaggio da cui passa tutto quello che mangiamo, venendo tritato a dovere, prima di far partire la digestione vera e propria. E quando avviene il cambio dai denti da latte a quelli definitivi la cosa diventa ancora più strabiliante.

Abbiamo a che fare con un passaggio da piccoli dentini a denti giganti, che si adattano a un corpo che cambia e che sta mostrando tutta la sua bellezza infinita, in un incredibile volteggiare dall’infanzia all’adolescenza, che poi alla fine si palesa come un battito di ciglia. Tutto veloce, tutto molto rapidamente.

La scienza ha una novità incredibile

In Giappone, proprio in merito ai denti che cambiano si è presentata un’incredibile scoperta, che ha portato gli scienziati a determinare un vero e proprio cambiamento epocale verso ciò che è il futuro. Praticamente è stato sviluppato un anticorpo monoclonale capace di inibire la proteina USAG-1, responsabile del blocco della crescita dentale.

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Questa proteina sembrerebbe davvero molto speciale, in quanto agisce per riattivare in generale le gemme da cui dovrebbero partire i denti. In realtà, nella normalità delle cose, le gemme dentali si attivano due volte: la prima volta quando spuntano i primi denti nei bambini detti da latte, la seconda invece con la caduta dei primi e l’arrivo di quelli definitivi.

Secondo questo studio, però, ci sarebbe da tenere in considerazione una nuova riattivazione delle gemme, che risultano dormienti negli adulti, come se avessero esaurito le forze per una nuova possibile riproduzione. Secondo gli scienziati giapponesi, quindi, è possibile essere di fronte a un vero e proprio cambiamento di prospettiva che migliorerebbe la condizione di molte persone.

E’ già disponibile?

Ancora si parla di ipotesi. E’ stato sperimentato sui topi e sui furetti, sui quali si sono ottenuti importanti risultati, con una singola somministrazione del farmaco che contiene questa proteina speciale, ma per quanto riguarda gli uomini è tutto in fase di sperimentazione. Si tratta di un processo ancora del tutto in divenire.

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La buona cosa è che ovviamente con la prima fase si sono ottenuti importanti risultati in quanto sembrerebbe effettivamente valida l’ipotesi di una terza riattivazione delle gemme dentali, soprattutto se questa cosa si porta ad attuarla su persone di età compresa tra i 30 e i 64 anni di età.

E’ ovviamente una speranza a cui ci aggrappiamo tutti, al fine di evitare questi insopportabili trattamenti dentari a cui si sottopongono tutti quelli che, per ragioni tra le più svariate, perdono i loro denti e sono costretti a doverli installare con operazioni economicamente anche molto esose. Insomma, una rivoluzione in tutti i sensi.

Quando sapremo se avrà funzionato?

Purtroppo queste cose richiedono molto tempo, per cui anche i tempi risolutivi sono lunghi. E’ vero che si sta già lavorando e i risultati stanno venendo a galla, ma ci sono ovviamente degli step da rispettare e da mettere concretamente in mano agli studiosi per evitare che si possa andare incontro a problemi più seri.

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La comunità scientifica ci tiene però a sottolineare che farà di tutto per rendere la questione più facilmente risolvibile e soprattutto cercherà di rendere i costi dei trattamenti il più abbordabili possibile. Ma è chiaro che prima del 2030 non si avranno notizie certe su questo argomento in particolar modo. Vedremo quindi cosa succederà in futuro.

La cosa positiva, comunque, resta che ogni giorno la ricerca porta avanti importantissimi risultati e questo deve essere il motivo per cui ognuno di noi si deve sentire incentivato a continuare a sostenere come può tutti questi studi che un domani potrebbero tornare utili a tutti quanti noi. Bisogna solo attendere il momento giusto.

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